Si racconta che in Inghilterra, durante l’epoca
vittoriana, vi era un gruppo di stravaganti aristocratici che si radunavano
alla domenica per una particolare caccia
alla volpe.
Erano convinti che il suono di fagotti, oboi e corni
fosse talmente amato dalle volpi da immobilizzarle e lasciarle incantate
incuranti del pericolo.
Si mettevano quindi a cavallo con questi strumenti che
iniziavano a suonare con devastanti risultati, mentre cavalcavano alla ricerca
di volpi ipnotizzate da abbattere.
La suddetta caccia a suon di fagotti continuò per
parecchi anni, finché un giorno qualcuno ebbe il coraggio di far notare che in
tutto quel tempo non avevano catturato nemmeno una volpe.
Allora si guardarono in faccia e finalmente ammisero che
era una vera cazzata quella di cavalcare col fagotto e che i tagli che in bocca
procurava loro l’ancia erano così dolorosi da togliere il respiro.
Ma a chi era venuta quella malsana idea?
Nessuno alzò la mano.
Una volpe, che ascoltava nascosta in un cespuglio, corse
dalle compagne e trafelata disse loro
“Si sono accorti! … non ci avviseranno più quando partiranno per la caccia”
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