Studiava
con un’anziana signora che lei famigliarmente chiamava nonna.
Era
una brava allieva, una di quelle che studiava sempre prima e dopo la merenda e
che sembrava aver fame di musica.
Suonava
un fagottino rosso costruito con l’acero rosso della Foresta Nera. Usava un
metodo che ormai non si trova più:
Quattro note nella
foresta, nuovi sentieri per giovani fagottisti
di
un certo Tom Hupol.
Cappuccetto
Rosso era una bambina allegra, come spesso lo sono tutte le bambine che suonano
il fagotto, ed era una gioia per la Nonna averla come allieva.
La
nonna abitava in una piccola casa all’ombra di un grosso albero al di là della
foresta e per recarsi alla lezione Cappuccetto rosso doveva attraversare una
parte di bosco, ed è li che un giorno perse la sua ancia preferita.
La
teneva nel cestino insieme ai fiori che era solita portare alla sua maestra e
quando arrivò dalla nonna, si accorse di averla smarrita.
Di ritorno dalla lezione cercò
attentamente ma senza risultato. Avrebbe potuto cercarla per giorni ma non
l’avrebbe mai trovata, e sapete perché?
Perché
il lupo, che si aggira per la Foresta Nera, l’aveva trovata e ingoiata.
Non
l’avesse mai fatto! Cominciò ad avere uno strano rantolo sonoro, l’ancia gli si
era incastrata nella gola e vibrava ad ogni respiro! Da
quel giorno tutti sanno quando il lupo si sta avvicinando e la nonna chiude ben
la porta e le finestre appena sente nella foresta il suono di un’ancia.
Ancia di Cappuccetto Rosso |
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