La
conoscete la leggenda della formica?
No?
E’ arrivato allora anche per voi il
momento di conoscerla e di imparare dalla formica; si perché da tutti si
può imparare qualcosa, basta osservare ed ascoltare.
Un
giorno il leone incontrò la formica:
“Ciao”
gridò sicuro di se e con un po’ di disprezzo.
Ma
la formica non rispose.
“Ehi
tu! Ho detto ciao!!” ruggì infuriato il leone.
Ma
la formica zitta e, senza nemmeno fermarsi, si infilò sotto la zampa del leone.
Il
leone, incredulo, si guardò intorno per accertarsi che nessuno avesse assistito
alla scena.
Ma
come! lui, il re della foresta, offeso da un minuscolo e insignificante
animaletto!?
Una
rabbia grande come lui gli entrò sotto la pelle
Spalancando
le fauci in un enorme ruggito, spostò la zampa per scovare quel insolente
maleducato.
Ci
rimase molto male scoprendo che sotto la zampa non c’era più nessuna formica.
E
posseduto dalla rabbia cominciò a urlare e muoversi in una danza di guerra.
Quando
si fermò, esausto e senza più voce, ad un primo momento si dimenticò il motivo
di tanto rumore.
“Ah
si! La formica!” ricordò e cominciò a cercare attentamente fra l’erba per scovarne il cadavere.
“Ciao”
lo saluto la formica sbucando da dietro un filo d’erba e salendo sulla criniera
del leone.
A
quel punto il re sentendosi preso in giro ricominciò a scomporsi in un ballo
frenetico nel tentativo di liberarsi da quello stupido animaletto. Scuoteva la
testa quasi volesse staccarla, e saltava girando su se stesso come un grosso
gatto che gioca con un gomitolo.
Ormai
mezza foresta lo aveva sentito e i più coraggiosi animali si avvicinarono,
nascondendosi fra i cespugli, per spiare.
Saltando
veloce tra gli alberi arrivò per primo il babbuino.
Strisciando
fra l’erba arrivò il serpente.
Poi
arrivò la rana a cavallo della zebra, attraversando così prudentemente la
foresta sulle strisce pedonali.
Una
nuova foglia apparve sul ramo della quercia,..no..un nuovo ramo spuntò dalla
foglia,..no….è un foglia…o no?. Ma si!! È il camaleonte!
Su
alti rami secchi gli avvoltoi se ne stavano immobili , in attesa, pazienti, con
le loro gobbe come zaini pieni di segreti.
Tutti
a giocare a nascondino, osservando con stupore
il loro re saltare, dimenarsi, ruggire, combattere con un avversario
invisibile.
“E’
matto” sussurrò il gufo e quel sussurro echeggiò per tutta la foresta.
Il
povero leone continuava ad agitarsi e nella sua mente la piccola formica
divenne grande come un elefante.
Un
elefante impalpabile, invisibile e la furia del re sembrava non avere fine.
Cominciò
a dar testate contro gli alberi, scambiandoli per la formica- elefante,
cercando così di ammazzare il nemico che si era insediato nella sua criniera.
Dopo
l’ ennesima testata il re cadde a terra, immobile.
La
foresta intera ammutolì e tutto si fermò.
La
coccinella ruppe quel pesante silenzio gridando: “Eccola!”
“Cosa
hai detto?” chiese il grillo che aveva a mala pena sentito l’urlo della
coccinella
“La
formica?” ripeté allora ad alta voce stupefatto
“La
formica!” gridò allora il cervo
“Non
la vedo” si lamentò la giraffa e tutti gli animali ad osservare la formichina
scendere dalla chioma del leone, tranquilla come di ritorno da una gita “Non
preoccupatevi, si riprenderà presto” disse, e se andò coi suoi passetti veloci,
come un trenino senza rotaie. Entrò nella galleria di un tronco e nessuno la
rivide più.
Ma
ancora oggi nella foresta si racconta la leggenda della formica che sconfisse il
leone, perché non serve essere grandi e grossi per vincere, basta essere una
formichina.
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