martedì 11 febbraio 2014

IL FAGOTTISTA PESCATORE




Sul suo biglietto da visita si leggeva:
Edalberto, pescatore di trote marmorate, fagottista.
Sì perché Edalberto era un pescatore che suonava il fagotto.
Faceva le ance con le vecchie canne da pesca di bambù, con le quali aveva passato ore indimenticabili in mezzo ai fiumi; a respirare la vita, ad ascoltare i suoni armoniosi della natura.
Con quelle ance suonava il fagotto, cercando la stessa armonia che ascoltava lungo i fiumi.

Un giorno un’idea abboccò all’amo della sua fantasia:
“Potrei pescare con il fagotto!”
E, preso il suo strumento, iniziò a suonare.
Si era messo in testa che i pesci, ascoltando la sua musica si sarebbero messi a danzare saltando sulla riva.
Dopo un primo tentativo fallito, provò con un nuovo pezzo.
Ma dal fiume nemmeno un pesce saltò sulla riva a ballare.
“Niente da fare, si vede che i pesci oltre ad essere muti sono anche sordi” pensò e riposto il fagotto riprese la sua canna da pesca.

Finalmente un pesce abboccò.
Lo posò a terra e osservandolo dar gli ultimi guizzi esclamò:
“Ora che non c’è musica balla!” rifletté un attimo e continuò “Mi sa che dovrò ascoltare ancora a lungo e con molta attenzione le melodie della natura se voglio far ballare i pesci con la mia musica” e rimasto  in silenzio ascoltò l’inimitabile melodia del sole che tramonta.

Edalberto si mise in ascolto attentamente e per così tanti anni, che alla fine smise di voler far saltare i pesci sulla riva.
Non solo, ma smise di suonare e persino di pescare.
Si limitò ad osservare ed ascoltare e scoprì di essere stato sino ad allora un pesce che abboccava all’amo della sua stessa canna.