Tino, suonatore di
fagottino, partì per le vacanza al mare.
Pala, badile e
secchiello, formine per la sabbia e progetti di castelli sulla
spiaggia con vista mare.
Il suo fagottino lo
seguiva come un cucciolo da addomesticare.
Addormentato sul
sedile posteriore gli appoggiava la testa.
Sognò le note del
mare.
Il sol. Il re. Il
ma.
Non è possibile! la
nota ma non esiste!
Eppure lui la sognò.
Era così sottile da
lasciare nel dubbio che ci fosse. S’insinuava fra le altre note con
gran velocità, da lasciare nel dubbio se averla sentita oppure no.
A volte si
nascondeva alla fine della musica lasciando, dopo l’ultima nota, un
silenzio poco convincente.
Oppure si piazzava
all’inizio di una brano con la gamba tesa per fare lo sgambetto
alla prima nota.
Da quel sogno in poi
Tino stette sempre molto attento a non far entrare la nota MA nel suo
fagottino, che felice lo ricambiava con una musica così pulita da
risultare sempre bella, senza ma ne però.
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