Dal porto di Napoli, il 30 novembre 1920, salpava per gli Stati Uniti, sul piroscafo “Presidente Wilson”, la nuova orchestra del Teatro alla Scala per quella che sarebbe stata definita la Tournée del secolo.
Diretta da Arturo Toscanini, la tournée iniziò il 23 ottobre con una serie di concerti nel nord Italia per poi scendere a Roma e Napoli. Durerà 237 giorni sino al 16 giugno del 1921.
In totale i
concerti furono 125, alla media di un concerto in meno di due giorni, in 68
città. Per l’orchestra significò affrontare due traversate oceaniche (con
annesso mal di mare, che su consiglio di Toscanini fu contrastato scolando
bottiglie di vin santo offerto da D’Annunzio) e circa 24.000 chilometri in
treno.
Uno dei fagottisti, che lottò con le ance sballottate tra un meridiano e l’altro del globo terrestre, e lo sguardo di fuoco del maestro Toscanini, fu Umberto Bertoni.
Nato nel 1883 a Soragna (PR) si diploma nel 1901. Nel 1915 fu nominato per concorso titolare della cattedra di fagotto all'Istituto musicale di Firenze. Chiamato alle armi nel luglio 1916, vi rimase fino al dicembre 1918, riprendendo poi il posto nell'istituto che tenne fino al 1953, anno del pensionamento per limiti di età. Assieme a Barabaschi, Landini e Mezzadri (maestro di Muccetti) costituì il quartetto dei famosi fagottisti usciti in quegli anni dal Conservatorio di Parma. Morirà a Firenze il 1961 dopo averci lasciato un Concerto per fagotto e orchestra, un Capriccio per fagotto e pianoforte, oltre ad altre composizioni purtroppo rimaste inedite. Svito dal pannello della gloriosa scuola di fagottisti italiani tre dei suoi
“Dodici Studi” per fagotto, introduttivi alla letteratura moderna, premiati al Concorso Ministeriale del 25 luglio 1947. Continua così il mio tributo ai grandi fagottisti italiani che hanno composto per il loro strumento.
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