Tutto doveva essere perfetto: i posacenere tirati a piombo, i tappeti lindi e pettinati, l’argenteria lucidata e i vasi di cristallo profumati di fiori freschi. La tabacchiera di argento niellato di Nasadov Sergej Ivanowitsch riempita di fresco “Slava” e il pianoforte pulito a dovere.
La scorta di Vodka rimpinguata, perché l’ospite, oltre alla fama di gran musicista, aveva quella di buon bevitore.
Nikolai, nascosto sotto il pianoforte a coda, senza proferir parola né muovere un muscolo, osservava tutta quella agitazione che sventolava il lenzuolo con cui giocava al fantasma.
Di lì a poco sarebbe arrivato Mussorgsky e, con grande gioia di Nikolai, avrebbe suonato il suo ultimo lavoro “Canti e Danze della Morte”, dando senso al suo travestimento da spettro.
Nella casa Tcherepinine, noto e ricco medico di San Pietroburgo, il martedì era dedicato alle serate musicali e il piccolo Nikolai, timido fantasma spaventato, si nutriva del soffio vitale della musica.
Il padre lo picchiava regolarmente, seguendo il codice di una rigida disciplina, e la matrigna, strega fastidiosa, lo scacciava come una mosca.
Quel bimbo taciturno volerà lontano.
Dopo essersi laureato in legge su insistenza del padre, poco dopo, nel 1898, si diplomerà in composizione con Rimsky-Korsakov. Pianista e direttore d’orchestra avrà una brillante carriera e tra i suoi allievi di composizione spiccherà Sergej Prokofiew, che gli dedicherà il suo primo concerto per pianoforte.
Il 26 giugno del 1945 volerà via come un fantasma fra i comignoli di Parigi.
Aveva 72 anni.
Il soffio vitale della sua musica aleggia nelle sue opere, concerti, balletti ed in questo Esquisse op.45 n.7 per fagotto solo. Uno schizzo spensierato, un allegro volteggio , in barba a tutte le avversità.
Buon ascolto!
Nessun commento:
Posta un commento