Ariel, lieto spirito dell’elemento aria, si perde a
ricorrere i calabroni e si distrae osservando le nuvole.
Caliban, figlio della lunare strega Sycorax e, si dice,
del diavolo in persona, dopo aver catturato Ariel con una rete di farfalla lo
ha convince ad entrare in società per governare l’isola sulla quale sono stati
abbandonati da quello che una volta era il loro padrone Prospero.
Ariel governa il giorno alla luce del sole splendente e
Caliban la notte alla luce della mutevole luna.
Questi sono i personaggi de “La tempesta” di Shakespeare
che Alan Ridout, compositore ed insegnate britannico (1934-1996) allievo di
Gordon Jacob alla Royal College of Music di Londra, hanno ispirato questa
ricreazione musicale del 1974 per fagotto solo dal titolo appunto “Caliban e
Ariel”. Fu eseguita per la prima volta a Canterbury da Laurence Perkins ancora
studente.
Il
21 ottobre 1898, alla Staatsoper di Vienna, Gustav Mahler dirigeva
Der Freischütz
di Carl Maria von Weber. Ad assistere al concerto vi era un ragazzino
appassionato di musica, che per il suo tredicesimo compleanno aveva
ricevuto dai genitori un biglietto per lo spettacolo.
Quando
l’ultima nota dell’opera di Weber finì di risuonare nella sala
il ragazzino, che si chiama Egon Wellesz, prese
la decisione di diventare un compositore.
Continuò
a studiare pianoforte con Carl Frühling,
l’insegnate della madre che era appassionata di musica e pianista
dilettante. All’età di 19 anni, nel 1905, iniziò a studiare
armonia e contrappunto con Arnold Schönberg
divenendo
il suo allievi prediletto. Ancora
oggi il suo libro del 1921 su Schönberg
è
fonte importante sul primo periodo del compositore austriaco.
Amico di
Rilke e di Kokoschka che lo ritrasse in un dipinto nel 1911, Egon
Wellesz si laureò in musicologia all’università di Vienna nel
1908. Nel 1913 venne eseguita per la prima volta in pubblico una sua
composizione; il quartetto per archi n.1 op.4. Wellesz
fu il primo allievo di Schönberg
ad
ottenere successo come compositore ricevendo un contratto con la
Universal Edition prima di Berg o Webern. Nel
1929 divenne professore all’università di Vienna dove vi rimase
fino a quando gli eventi dell’Anschluss (annessione
dello Stato Federale d’Austria al Reich tedesco) del
13 marzo 1938 resero insicura la sua vita in Austria in quanto ebreo.
Si
trasferì in Inghilterra dove nel 1940 fu recluso come alieno nemico
nel campo d’internamento di Hutchinson a Douglas sull’isola di
Man, noto come “il campo degli artisti” a causa della fiorente
vita artistica e intellettuale dei suoi internati. Venne
rilasciato dopo quattro mesi grazie all’intercessione di Ralph
Vaughan Williams. Per quattro anni la vena compositrice rimase
prosciugata da quell’esperienza. Solo nel 1944 ritornò a sgorgare
con il quartetto per archi n.5. Wellesz è apprezzato anche come
accademico ed insegnante e per i suoi ampi contributi allo studio
della musica e dell’opera bizantina nel XVII secolo. Wellesz, nato
a Vienna nel 1885, continuò a comporre fino a quando fu colpito da
un ictus nel 1972. Morì a Oxford nel 1974.
La Suite
per fagotto solo op.77
è
del 1957. Per
dare una giuda all’ascolto riporto ciò che Egon Wellesz ha scritto
riguardo alla sua opera.
“Al
posto della melodia
infinita,
delle strutture dissolte e
amorfe, il finito deve restituire forme chiare e
ben delineate. L’opera
del futuro deve legarsi alle tradizioni dell'opera barocca.
Questa
è la forma naturale, l'essenza più intima dell'opera.”
L’aria sapeva di bosco. Michel Bodin camminava col passo
spedito di chi, distratto, non si è accorto che il tempo non lo ha aspettato.
Quando aprì la porta di casa il suo primogenito era già nato. Un anima in più a Selles-sur-Nahon, un paesino nel cuore della
Francia. Per commemorare quel giorno speciale incise sul suo ultimo mortaio di
legno il nome del figlio e la data: Étienne 1652. Forgiare mortai era il suo passatempo preferito tanto che
in paese lo chiamavano col soprannome di “Boismortier”. Il piccolo Étienne trascorse la sua infanzia
giocando ai cavalieri del re tra i boschi dei castelli della Loira. Un ramo ben
affilato era la sua spada e il suo cavallo Pegaso era invisibile ai nemici. Quando fu il momento di cavalcare verso il futuro, prese
la strada verso Thionville per entrare nel reggimento del Soissonais. Cambiò la
spada di legno con un moschetto e l’avventura spensierata in paura.