Per descrivere il Sestetto III di Danilo Zaffaroni lascio la parola al compositore:
“Il brano si collega ai precedenti sestetti per vari motivi: presenza di libere cadenze del fagotto all'interno di ogni brano, utilizzo di brevi frammenti melodici che, ripetuti, servono a creare la struttura musicale di ogni brano, analoga formazione orchestrale (fagotto e archi). Quest'ultimo però si differenzia dai precedenti dal punto di vista armonico: ho infatti usato, in alcuni momenti del pezzo, la sovrapposizione di diverse scale (una vaga "politonalità") che conferisce al brano una sonorità leggermente più dissonante rispetto ai precedenti. In tutti e 3 i brani, comunque, si è cercato di far emergere una sonorità lirica e cantabile”.
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