giovedì 10 aprile 2025

Friedrich Kuhlau FANTASIA op.38 n.2 for Bassoon (transposed from the f...


Quando la mamma lo vide tornare a casa piangendo, lasciando i suoi compagni di gioco, si rese subito conto che il destino aveva giocato un brutto scherzo al suo piccolo Friedrich. Con la mano sull’occhio destro occludeva il dolore che lo lasciò privo di luce per sempre. Ma se da una parte toglie, dall’altra il destino porge. Così, nel piccolo Friedrich Kuhlau, nato sette anni prima, nel 1786, si fece luce con più forza la passione della musica. Aspettava trepidante il padre che di ritorno dalla banda militare lo introduceva nel mondo magico della musica. Il suo talento divenne presto evidente e ad Amburgo, dove si erano trasferiti, il padre gli affiancò insegnati privati di pianoforte e teoria. All’età di vent’anni, Kuhlau iniziò a comporre opere per pianoforte e canzoni. Nel frattempo le forze napoleoniche stavano avanzando in Europa e per evitare la coscrizione nell’esercito francese si rifugiò a Copenaghen, dove ottenne rapidamente la cittadinanza danese. Pur non essendo danese di nascita, Kuhlau abbracciò il Paese d’adozione e divenne una figura centrale nella sua scena culturale. Nel 1825 incontra a Vienna Beethoven e ne rimane folgorato. Girano per Vienna a celebrare la loro amicizia fatta di musica e di vino. Lo chiameranno il “Beethoven del flauto” per via delle numerose e significative composizione dedicate a questo strumento. Nel 1831, un anno prima della sua morte, il destino gli gioca un altro brutto scherzo. Appiccica il fuoco alla sua casa, distruggendo molti dei suoi manoscritti. Se ne andrà a quarantacinque anni strizzando l’occhio destro al destino che, parte inscindibile della Vita, tra le altre cose ama la musica. Le fantasie op.38 per flauto solo, pubblicate nel 1822 da C.F. Peters utilizzano arie prese in prestito dal Don Giovanni di Mozart e, nel caso della seconda fantasia, da una aria di Francesco Bianchi ( 1752-1810). Nel 1830 viene pubblica una versione per clarinetto di F.T. Blatt. Vi propongo la Seconda delle “Tre fantasie op.38” pubblicate nel 1980 dalla casa editrice Nova nella trasposizione per fagotto o violoncello curata da R.P.Block.

Nessun commento:

Posta un commento