Stavo
bucando le nuvole con i tacchi a stella dei miei stivali per liberare la neve,
quando mi vennero a chiamare perché avevano bisogno d’una mano per spostare il
Capricorno.
Non
è facile spostare le stelle, bisogna crederci, ma è necessario per far girare
il mondo.
Siamo
angeli perché riusciamo ad accendere le stelle in una notte; a farle brillare
d’Amore.
Mentre
volteggiavo nel cielo per raggiungere il Capricorno mi venne in mente la prima
volta che mi tuffai nel cielo.
“Ora
se vuoi puoi diventare un angelo, vola!” mi disse una voce che non avevo mai
sentito ma che conoscevo.
Ero
lì, tremante e impaurito. Nudo, senza una nuvola di fico a coprire la saetta
dei miei temporali, senza ali, a chiedermi che razza di storia fosse mai quella
e poi non avevo nemmeno il portafoglio, la carta d’identità, un ciondolo, una
foto, una caramella, niente.
Mi
guardavo intorno per cercare una scala, una corda, qualcosa che mi salvasse la
vita.
Aggrappato
con le dita dei piedi al fumo di una nuvola, mi rifiutavo anche solo di pensare
di lasciarmi andare e quello che sarà, sarà.
Non
sono stupido gridai e allora ebbi più freddo.
“Se
pensi di salvarti la vita la perderai” ritornò a parlare la voce e per un
attimo riuscii a guardare dentro di me e vidi che c’era un filo, sottile ma
luminoso ed ebbi caldo, si alzò il sole di un sorriso e mi tuffai aggrappato a
quel filo … e volai … senza ali, senza più paura.
Vedevo
i sentieri fra le nuvole, annusavo il profumo delle stelle e mi lanciavo tra i
colori del cielo ai margini delle giornate e mi si tingeva l’anima come un
fiore.
Da
allora sono in ogni cosa ed ogni cosa è in me.
Ma
guarda te mi dicevo, e io che piangevo perché non avevo la caramella!
Nessun commento:
Posta un commento