L’ombra delle galline improvvisamente sparì.
Si guardarono esterrefatte
“Coccodè” disse una
“Coccodè” ribadì un’altra
mentre il galletto fagottista osservava il cielo scuro
che avanzava da nord.
Tutto si oscurò e qualche gallina pensò bene di andare a
dormire.
Un tuono scosse il pollaio rompendo due uova appena
covate e gettando le galline nel panico.
“Coccodè, coccodè!” strillavano correndo da una parte
all’altra del pollaio.
Il galletto immobile come un parafulmine fissava quel
cielo minaccioso che sbraitava tuoni e scaraventava fulmini.
Guardava, rifletteva e alla fine disse “Sono troppo
debole”
Fu così che decise
di andare in palestra per rassodare i muscoli.
Dopo un mese d’allenamento riusciva a tenere ferme note
lunghissime col suo fagotto, ad alzarlo senza nessuna fatica. Correva sulle
scale sempre più velocemente, saltava da una nota all’altra senza inciampare e
mostrava i muscoli alle galline con aria da temporale.
Una giovane gallinella s’innamorò di quel galletto
muscoloso ed iniziò a gironzolargli intorno con la scusa di sapere che ore
erano.
Un pomeriggio, mentre il cielo si preparava per mettere
in scena una bufera, il galletto prese il suo fagotto e si esibì in un concerto
per la gallinella innamorata cotta.
Fu un esecuzione tonica, vigorosa, come un uovo sodo.
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