Piantato in mezzo al pollaio come una bandiera sulla
luna, il galletto fagottista roteò l’occhio destro in una veduta a 180° , poi
con l’occhio sinistro completò il panorama a 360°.
Portata a termine l’ispezione lo sconforto lo assalì.
Recinzione a losanghe, galline e merda seminata nei sassolini,
uno spiraglio di cielo e un buco nella notte del dormitorio.
Con un sospiro afferrò il suo fagotto e prese alcune note
le sbatté il necessario affinché si mescolassero fra di loro come in un
accordo. Le salò con un poco di samba e le pepò con un leggero tango.
Le scaldò utilizzando il tempo “Vivace con fuoco” finché
cominciarono a rapprendersi in una saporita melodia.
Poi la piegò in due con un ritornello e la farcì di
gioia.
Finito di gustarsi quel brano facile e veloce depose il
suo fagotto sotto lo sguardo delle galline, che ancora una volta poterono
ammirare l’abilità del loro galletto fagottista, capace di trasformare un brano
di musica in un omelette e il loro pollaio in una pista da ballo.
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