La prima volta che ho incontrato Beatrice Binda, con il suo charme da straniera, ho pensato fosse una cantante che arrivava da chissà dove, Parigi, Londra o forse New York.
Eravamo impegnati nello stesso concerto con il Divertimento Ensemble, ma in brani diversi, così che alle prove non ci eravamo mai visti. La sera del concerto, seduta come una diva su un modesto divanetto, le ho chiesto con il mio leggendario inglese:
“Where are you coming from?”
“From Induno Olona” mi ha risposto sorridendo.
“Induno Olona!?” non potevo crederci, è il paese dove sono nato e dove abito.
Abbiamo così scoperto di essere compaesani e di abitare a cinque minuti a piedi l’uno dall’altra.
Così, senza infrangere la legge che ci vuole recintati nel Comune di appartenenza in questo periodo di guerra con un nemico invisibile, ci siamo incontrati per fare musica insieme, lei con la sua pancia al nono mese, io con la mia al 58° anno.
Abbiamo iniziato con questo breve e simpatico brano di Jane Sebba, prolifica compositrice inglese e scrittrice di musica per bambini, arrangiatrice, presentatrice, custode di pesci tropicali e praticante dello yoga.
La sua breve composizione “The Frog’s Desire” del 2004 è il canto di una rana che sogna di avere tanti ranocchi. Un dono alla bimba di Beatrice, che tra poco arriverà e per unire la sua melodia al coro della Vita.
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