La musica frequentava la casa di Libby da tempo.
Girava saltellando allegramente fra una stanza e l’altra col soffio del clarinetto del padre, che suonava in una band Dixieland, danzava il boogie-woogie tra la cucina e il salotto nelle gonne della madre e si distendeva sulla tastiera del pianoforte fra le mani della sorella maggiore. Libby fece ben presto amicizia con la musica che riempiva la sua casa. All’età di tre anni si sedeva accanto al pianoforte, mentre la sorella prendeva lezioni su come cavalcare quel gigante dai denti bianchi e neri. Quando il silenzio svuotava la casa alzava il coperchio del pianoforte e con le stesse note che aveva imparato osservando la sorella, chiamava la sua amica musica che lentamente si svegliava e in punta di piedi si sedeva accanto a lei. Con poche note parlavano di tutti i suoni che abitano nel regno della musica e, in quel modo speciale di percepire il mondo, la piccola Libby crebbe. Libby Larsen, nata alla Vigilia di Natale del 1950 a Wilmintong,Delaware, è diventata un’importante compositrice. Ha un catalogo di oltre 500 opere che abbracciano ogni genere, dalla musica vocale, da camera, a imponenti opere orchestrali e liriche. Vincitrice di un Grammy ed è ampiamente registrata, sono infatti 50 i CD dei suoi lavori. E’ costantemente ricercata per commissioni e anteprime di importanti artisti, ensemble e orchestre di tutto il mondo. Oltre ad essere compositrice è conosciuta come oratrice musicale, svelando i segreti che la sua amica musica gli ha rivelato sin da piccina.
Riguardo alle Jazz Variations che vi propongo:
“Jazz Variations is the first piece I composed with an ear towards American jazz and how it might find its way into my definition of concert music. I composed the work in 1977 while I was in graduate school and beginning to search for my own compositional voice. In the Jazz Variations, I chiefly wanted to explore the rhythms of jazz. I was not interested in flatted thirds or sixths, nor was I really interested in the harmonic progressions of jazz. I was under the influence of John Coltrane's sense of rhythmic flow and chose to try to explore that in a small way in this work. The work was composed for Lynn Moran Riccardo, for her senior recital at Juilliard”.
- Libby Larsen
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