Questo brano del compositore ungherese G. Kurtag (1926), uno dei compositori più irriducibili e più grandi del nostro tempo, è come un aforisma. Poche note che discendono attratte dal silenzio. Un silenzio che ci riporta all’Origine. Suoni che segnano con devozione il confine di un luogo senza tempo. Note rarefatte, dense di nulla, dove il Nulla è Tutto.
(Il disegno di copertina è di Vincent Dalschaert, compagno di lontane sfagottate)
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