La notte stava
tirando l’ultima tenda, sul palcoscenico di quel giorno spettacolare, quando il
capriolo incontrò il corvo.
Se ne stava seduto
in prima fila, su un ramo.
“Che guardi?” gli
domandò.
“Ascolto il respiro
del sole che se ne va a dormire” rispose il corvo sottovoce.
” Scusa la mia
domanda” chiese il capriolo sorridendo “Ma dove andrebbe a dormire?” .
“Non devi scusarti
per la domanda” rispose il corvo “ Non farsi domande è peggio che non avere
risposte” e riprese ad ascoltare il sole che pian piano si addormentò, coprendo
il mondo con la coperta nera del mistero.
Il corvo nero
avvolto dalla notte, ormai ridotto a soli due occhi, continuava a tacere la
risposta.
“Non rispondi alla
mia domanda?” chiese il capriolo nascosto dal manto nero della notte.
“Cerchiamo le
domande alle risposte che abbiamo già voluto darci” parlò il corvo dentro la
luce dei suoi occhi “Cerchiamo solo la conferma alla certezza di non essere in
errore. Compriamo risposte preconfezionate negli scaffali del supermercato del
pensiero comune, le pubblicizziamo condividendole e trovandole squisite.
Per ignavia
deleghiamo ai pensieri degli altri le nostre risposte e ci accalchiamo allo
stadio dello sport più popolare, tirare calci a chi non la pensa come noi”.
Finito di cantare
chiudendo gli occhi sparì.
Rimasto solo il
capriolo si guardò intorno e nel buio, che nascondeva ogni cosa, capì che il
corvo aveva ragione.
Qualcosa dentro di
lui si accese, come una piccola stella illuminata da un sole che non dorme mai.