La regina avanzava dando la mano al vento.
I sudditi s’inchinavano per metà in quel regno senza re.
Non era morto e nemmeno scappato; non c’era mai stato, punto
e basta.
Il trono era vuoto e il castello pieno di soldati senza
un ordine da eseguire.
La principessina non aveva mai chiamato “Papà!” e sedeva
sulle ginocchia dei consiglieri reali quando voleva sentire le avventure dei
cavalieri.
La regina s’affacciò al balcone e un castello di silenzio
riempì l’aria.
I sudditi aspettavano con gli occhi rivolti al cielo le
parole della loro regina.
“Cari sudditi, orfani di re” si alzò nel vento la voce
della sovrana ”siamo come una nave senza capitano che va incontro alla
tempesta”
Un tremito percorse la folla e la regina continuò “ Oggi
Re Ottone di Fiatilandia ci ha dichiarato guerra”
Il silenzio scoppiò come una bolla di sapone e la folla
si mosse agitata.
Fu proprio in quel momento che Tino arrivò al castello e
vedendo tutta quella folla spaventata chiese ad una dama che piangeva “Che
succede?”
“Quel trombone di Re Ottone ci ha dichiarato guerra e non
abbiamo un re! è finita!” rispose tra i singhiozzi
la donna.
Tino allora prese il suo fagottino e iniziò a suonare un
forte re.
Un Re forte , sicuro e deciso comparve allora sul trono
di quel castello e alzatosi ordinò
“Portatemi dal Re Ottone!”
I sovrani una volta incontrati chiarirono le loro
posizioni, si accordarono e concertarono la pace.
Soddisfatto Tino si rimise il fagottino in spalla,
l’ancia in bocca e proseguì per la sua strada verso nuove avventure.
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