Viaggi fantastici, itinerari fantasiosi per bambini di ogni età, dentro e fuori dal fagotto
martedì 28 luglio 2020
martedì 14 luglio 2020
FAGOTTO SOLO
Sono arrivato a Golasecca con una sete da diabete.
Sono andato al bar
dell’oratorio dove servivano solo Spuma, “va bene” ho pensato
“mi predispone all’esecuzione de “Le tre caravelle” il mio
nuovo brano che avrei eseguito di li a poco nella chiesa di Santa
Pazienza.
Ho subito avuto la
sensazione che ci sarebbe stata poca gente.
Al campo sportivo
c’era la grigliata con ballo liscio. “Ivo e Ivana” suonavano
dal vivo e in televisione c’era la partita di pallone.
“Chissà se questa
sera ci sarà qualcuno al concerto” chiesi al barista
“Concerto? quale
concerto?” mi chiese a sua volta cadendo dalle nuvole
“Si, c’è il
concerto per fagotto solo, qui in chiesa” risposi
“Ma dai! al savevi
mia! (non lo sapevo) cos’è sto fagotto? chiese con un mezzo
sorriso sparendo dietro al bancone
“Ci sarà
sicuramente il Berto” disse ricomparendo con due bottiglie di spuma
in mano.
“Il Berto?”
“Si, la so dona
(sua moglie) l’ha parcheggiato in chiesa, perché deve accompagnare
il Don a dire il rosario per il povero Patana”
Infatti arrivato in
chiesa vi era seduto in prima fila un signore con la tuta e un
deambulatore con seduta.
Alle 20 sono uscito
per dare inizio al mio concerto e il Berto era rimasto l’unico
spettatore.
Ho iniziato a
suonare Monolog di Yun ed ero soddisfatto, era proprio un monologo!
Finito Monolog Berto
rimase in silenzio senza applaudire e mi osservò con compassione.
Ho suonato un brano
dopo l’altro sotto lo sguardo smarrito di Berto che non capiva se
tutto ciò era uno scherzo o un sogno.
Durante l’esecuzione
del mio brano “Le tre caravelle” tra la Nina e la Pinta Berto si
è addormentato. Si è svegliato esclamando “Santa Maria” nel
vedermi ancora li a soffiare in quel tubo.
Dopo il brano di
Stockausen è arrivata la moglie di Berto.
Fatto il segno della
croce e la genuflessione mi guarda con aria scettica e di sfida, come
davanti al demonio.
Senza aspettare che
finissi il brano cominciò a parlare ad alta voce al marito
“Mo anem a cà che
te vedet la partida” (adesso andiamo a casa a vedere la partita)
“E’ dalle sette
e mezza che son chi seta giò cristo!” parlò per la prima volta il
povero Berto e appoggiato al deambulatore prese il corridoio verso
l’uscita, mentre io portavo a termine “Freundschaft”
Arrivati in fondo
alla chiesa la moglie, dopo la genuflessione mi disse “Complimenti”
e sparì lasciando la chiesa completamente vuota.
Ho eseguito l’ultimo
brano in programma “L’uovo” una mia composizione che sta
praticamente in piedi da sola e nel silenzio mi sono inchinato alla
musica.
Sono andato senza
concedere bis, mentre arrivava l’eco del “Valzer del moscerino”
accompagnato dall’odore delle salamelle
venerdì 10 luglio 2020
O.K.Mathè DIE SAUFERSONNE per flauto, fagotto e fisarmonica
Ubriaco, con il calice pieno del volo degli uccelli, si libra nell’ultimo sorso che lo trasporta oltre il confine del foglio dove è solito disegnare le sue giornate.
Con la matita del pensiero fuori controllo, che scarabocchia misteriosi disegni, si ritrova in una realtà sconosciuta, dove i bordi delle cose sbavano nell’illusione.
Traballante cammina sull’orlo del respiro, in equilibrio tra la pazzia e la beatitudine.
Trio FFFortissimo
Flauto Barbara Tartari
Fagotto Michele Colombo
Fisarmonica Davide Vendramin
venerdì 3 luglio 2020
mercoledì 1 luglio 2020
IL BISONTE
Le porcellane, ordinate nella
cristalleria, addobbano il pomeriggio con la loro elegante fragilità.
Aspettano imbambolate il tè delle cinque.
Sorsi
di bollenti pettegolezzi. Silenzi interrotti dal tocco pulito dei
cucchiaini abbandonati lungo il ciglio dei piattini.
Zollette
di moine sciolte in discorsi annacquati.
Protette
dalla loro delicata consistenza col vetro della falsità, disegnano
fantasie fiorite, riempiendo di vuoto le tazze decorate.
Un
leggero fremito improvvisamente rompe l’incanto e il servizio da tè
inizia a trillare. Campanelli d’allarme, fra le pile dei piattini,
segnalano il pericolo.
Aumenta
il tremore, accompagnato da un tuono lontano.
Rimbomba
il suono secco degli zoccoli della fatalità.
Cadono
le tazze, rovesciando litri di chiacchiere sul tappeto del nulla.
Il
bisonte dell’impermanenza irrompe nel soggiorno mandando in
frantumi la cristalleria. Fra il polverone di quel disastro, nel
silenzio di cocci rotti, s’intravede lo sguardo mite dell’animale
che guarda oltre.
Guidato
dall’istinto proseguirà, sino alla prossima fermata, sulla pista
verso casa.
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