Dove il tempo si perde fra le costellazioni e dove lo
spazio non riesce a prendere le misure, le stelle contemplano visioni conosciute
solo da Anime elette. La musica forse arriva dalle stelle che ci parlano con la
vibrazione silenziosa della luce che si concentra prima nel suono
impercettibile dell’Universo e poi nella musica che orecchie umane posso udire.
Ecco dunque “Starlight” di Danilo Zaffaroni, composto nel 2023 e a me dedicato,
che ripropone in maniera personale il linguaggio “minimalista” americano di
Steve Reich, Philip Glass.
Il quintetto d’archi, che crea un intreccio sonoro
riproposto spesso con lo stesso disegno ritmico e armonico, fa da sfondo al
fagotto che si contrappone al discorso compositivo con libertà e fantasia.
Vi invito dunque a prendervi qualche minuto e seguirmi
nello spazio musicale creato da Danilo Zaffaroni.
Sono sicuro che non sarà tempo perso. Buon viaggio fra la
luce stellare!
Jouni Kaipainen (1956-2015) è un compositore, giornalista
e scrittore finlandese.Ha studiato alla Sibelius Academy con
Aulis Sallinen dal 1973 al 1976 e Paavo Heininen dal 1976 al 1980. Nelle
sue opere, Kaipainen impiega forme classiche per modellare eventi musicali, che
sono spesso di carattere narrativo.
La “Serenade:Full moon, lunatic bassoon” op.42 è stata
scritta nel 1993, undici anni prima del suo concerto per fagotto op. 74 scritto
per il fagottista Otto Virtanen che lo ha inciso con la Tampere Philharmonic Orchestra
nel 2005. Così si esprime Kaipainen riguardo al fagotto:
"Ritengo che il fagotto sia uno strumento molto più
versatile di quanto siamo portati a credere dai concerti scolastici in poi.
Considerarlo solo come il 'clown dell'orchestra' significa ignorare gran parte
del suo potenziale - o, per lo meno, dovremmo intendere il termine 'clown' come
un misto di commedia e tragedia alla maniera di Don Chisciotte, Chaplin,
Pierrot o dei personaggi della commedia dell'arte in generale".
A favore di chi non è avvezzo ad ascoltare musica
contemporanea ecco una breve guida:
“Dimenticate la melodia, l’armonia, anche l’impulso
ritmico non sarà scandito da schemi consueti.
Non cercate dunque i riferimenti che negli anni avete
creato ascoltando la musica “tradizionale”.
Sarà l’evento sonoro a bastare a se stesso. Il brano è
strutturato in modo circolare.
Un movimento “Tranquillo e libero” che, senza soluzione
di continuità passa ad un “Andante, ma rubato e capriccioso” che sfocia in un
“Allegretto”, la parte centrale della composizione, che s’ intensifica sempre
più in uno stringendo e crescendo sino a raggiungere la nota più acuta del
brano (un mi sopracuto) che cade in un lento rimbalzo nella nota più bassa del
fagotto. Un “Andante, poco rubato”lentamente e “dolorosamente” inizia il ritorno al movimento tranquillo
dell’inizio sino a chiudere il cerchio in un pacato “Largo”. Ecco dunque la stravagante
serenata al chiaro di luna piena di Jouni Kaipainen, sei minuti di fagotto un
po’ lunatico che nulla ha che a vedere con il romanticismo. Un cerchio di luna
piena, una pista da circo dove il “clown” fagotto si esibisce in mille
acrobazie.
A quindici anni François-René Gebauer, dopo aver preso lezioni da François Devienne, si schiera con il fagotto al posto dell’alabarda nella Guardia Svizzera a Versailles, dove era nato nel 1773 da una famiglia di musicisti. Era famoso a Versailles perché con i suoi fratelli aveva formato un quintetto che suonava in modo insolitamente vivace e con grande eleganza.
Nel 1790 entrò a far parte della Musique de la garde National de Paris.
Pochi mesi dopo, il 5 dicembre 1790 Robespierre tenne un discorso sul tema urgente della Guardia Nazionale, una forza di polizia indipendente dall’esercito e il 18 dicembre fu decretato di fornire alla Guardia Nazionale 50.000 fucili. François-René ancora una volta sfoderò il suo fagotto al posto del fucile.
Il suo ruolo all’ interno della Guardia Nazionale dura sino al 1795, quando fu nominato professore di fagotto al conservatorio di Parigi. Trasferitosi nella capitale diventa fagottista nell’Orchestra dell’Opera dal 1801 al 1826. Muore a Parigi il 28 luglio del 1845. Lascia ai posteri un nutrito numero di composizioni tra cui “Sei capricci” per fagotto solo, probabilmente una sorta di metodo per i suoi allievi.
Ottenuto l’esonero dagli obblighi militari Étienne si sposa con Lucie Gravet il 7 aprile del 1687.
Uscendo dalla cattedrale di Metz i fedeli erano soliti fermarsi a comprare dolci nella nuova confetteria Bodin di lunga tradizione, che quell’anno aveva aperto un nuovo negozio gestito dal giovane Étienne e dalla sua gentile moglie. Mancavano due giorni a Natale e Thionville era sommersa dalla glassa di zucchero con cui si ricoprono i confetti, almeno così si immaginava la piccola Marie, che dalla finestra osservava i tetti delle case bianchi di neve.
Era venerdì e un vagito frantumò il silenzio. Marie ora aveva un fratellino. Lo chiamarono Joseph e la sorellina lo trovò dolce come un confetto.