Oggi il menù propone un Tris di Variazioni del “Music Chef”
Danilo Zaffaroni, stimato cuoco di suoni. La sua nuova preparazione
si avvale di un tema di assoluta genuinità dal quale elabora
squisite variazioni. Dopo un breve snack
salato per preparare il palato, l’ingrediente principale effonde la
sua dolcezza con i suoni arrotondati del fagotto. Alla prima
variazione, dal retrogusto di valzer con punte di acidità delle note
acute, segue la danza piccante della seconda variazione. Con sentori di blues
la terza variazione sprigiona, con il suo suono profondo, note di
cioccolato amaro. Un bicchierino di super alcolico da bere in un
sorso, chiude il “Tris di variazioni”. Danilo Zaffaroni è
riuscito ha creare una gamma sonora di gusti che vi invito a
consumare in piena tranquillità.
Il reverendo Francis Kilvert
lavorava come pastore di anime
in una
comunità rurale al confine con il Galles durante la fine del XIX
secolo. Teneva un diario sul quale riportava le impressioni e i
sentimenti per la campagna e suoi abitanti. Il modo di descrivere la
natura e la vita agreste era delizioso e la frequentazione del diario
pressoché giornaliera.
Quando
se ne andò, il 23 settembre
del 1879 a soli trentotto anni, i
suoi diari formavano un gregge silenzioso, abbandonato fra gli
scaffali della sua libreria.
Furono pubblicati cinquant'anni dopo la sua morte, dopo essere stati
modificati e censurati dalla vedova che non voleva tramandare
ai posteri le malefatte del marito.
I
diari, pubblicati poco prima
e durante la seconda guerra mondiale, furono ben accolti dal
pubblico, che sotto i bombardamenti riviveva la vita spensierata di
un’epoca poco lontana.
Adrian
William, nato nel 1959, bambino prodigio al pianoforte e precoce
compositore (la sua prima
opera a soli undici anni)
dedica al fagottista Simon Durnford “Seven Kilvert Sketches” per
fagotto solo, sette brani ispirati da altrettanti estratti dai diari
dell’ecclesiastico.
E’ il 1979 e Adrian, ancora studente al Royal College of Music, ha
appena vinto il premio Menuhin.
Per la lettura dei testi che l’esecuzione prevede, mi sono avvalso
dell’amicizia di Noah Max compositore e direttore dell’Echo
Ensemble. Le illustrazioni sono di Maddalena Colombo, ricca di
passioni artistiche, che ho la fortuna di avere come nipote.
Quando ero studente in conservatorio il mondo internettiano era
ancora un deserto.
Bisognava farne di
chilometri per riuscire ad ascoltare bravi fagottisti, che nell’oasi
del loro talento regalavano ai comuni viandanti sogni a 33 giri.
Me ne andavo con il
mio fagotto in spalla, cercando di non cascare in miraggi di
presunzione, quando incappai nelle registrazioni dei concerti di
Vivaldi per fagotto eseguiti da Klaus Thunemann per la Philips.
Fu come un colpo di
sole. L’orizzonte si delineò più chiaro mostrando la sua
lontananza.
Assetato dal suono
che Thunemann mi aveva svelato ho iniziato a cercarlo.
Klaus Thunemann,
fagottista tedesco nato il 19 aprile 1937 è considerato il miglior
fagottista della sua generazione. In occasione del suo 84°
compleanno vi propongo l’esecuzione delle sue 20 variazioni su un
tema di Paganini. Si tratta di fotocopie di un manoscritto inedito
che Thunemann portava ai suoi corsi.
Dal porto di Napoli, il 30 novembre 1920, salpava per gli
Stati Uniti, sul piroscafo “Presidente Wilson”, la nuova orchestra del Teatro
alla Scala per quella che sarebbe stata definita la Tournée del secolo.
Diretta da Arturo Toscanini, la tournée iniziò il 23
ottobre con una serie di concerti nel nord Italia per poi scendere a Roma e
Napoli. Durerà 237 giorni sino al 16 giugno del 1921.
In totale i
concerti furono 125, alla media di un concerto in meno di due giorni, in 68
città. Per l’orchestra significò affrontare due traversate oceaniche (con
annesso mal di mare, che su consiglio di Toscanini fu contrastato scolando
bottiglie di vin santo offerto da D’Annunzio) e circa 24.000 chilometri in
treno.
Uno dei fagottisti, che lottò con le ance sballottate tra
un meridiano e l’altro del globo terrestre, e lo sguardo di fuoco del maestro
Toscanini, fu Umberto Bertoni.
Nato nel 1883 a Soragna (PR) si diploma nel 1901. Nel
1915 fu nominato per concorso titolare della cattedra di fagotto all'Istituto
musicale di Firenze. Chiamato alle armi nel luglio 1916, vi rimase fino al
dicembre 1918, riprendendo poi il posto nell'istituto che tenne fino al 1953,
anno del pensionamento per limiti di età. Assieme a Barabaschi, Landini e
Mezzadri (maestro di Muccetti) costituì il quartetto dei famosi fagottisti
usciti in quegli anni dal Conservatorio di Parma. Morirà a Firenze il 1961 dopo
averci lasciato un Concerto per fagotto e orchestra, un Capriccio per fagotto e
pianoforte, oltre ad altre composizioni purtroppo rimaste inedite. Svito dal
pannello della gloriosa scuola di fagottisti italiani tre dei suoi
“Dodici Studi” per fagotto, introduttivi alla letteratura
moderna, premiati al Concorso Ministerialedel 25 luglio 1947. Continua così il mio tributo ai grandi fagottisti
italiani che hanno composto per il loro strumento.
Per le vacanze di Pasqua vi invito ad intraprendere un
viaggio ad Honolulu a suon di musica, possibile solo se muniti del biglietto
della fantasia. Un biglietto il cui valore non ha prezzo.
Un’escursione il cui itinerario è stato tracciato da
Danilo Zaffaroni, esperto viaggiatore, esploratore infallibile. Io vi
accompagnerò col mio fagotto e Fausto Saredi, amico gentile e appassionato
musicista, con il suo clarinetto basso dalla voce suadente. Saremo scortati da
un esercito di percussioni che vi trascinerà in un ballo a piedi nudi.
Sull’autocertificazionepotete mettere la seguente motivazione:
- spostamento per motivi di salute mentale e spirituale.