venerdì 10 gennaio 2014

IL LEONE E LA FORMICA


La conoscete la leggenda della formica?
No? E’ arrivato allora anche per voi il  momento di conoscerla e di imparare dalla formica; si perché da tutti si può imparare qualcosa, basta osservare ed ascoltare.

Un giorno il leone incontrò la formica:
“Ciao” gridò sicuro di se e con un po’ di disprezzo.
Ma la formica non rispose.
“Ehi tu! Ho detto ciao!!” ruggì infuriato il leone.
Ma la formica zitta e, senza nemmeno fermarsi, si infilò sotto la zampa del leone.
Il leone, incredulo, si guardò intorno per accertarsi che nessuno avesse assistito alla scena.
Ma come! lui, il re della foresta, offeso da un minuscolo e insignificante animaletto!?
Una rabbia grande come lui gli entrò sotto la pelle
Spalancando le fauci in un enorme ruggito, spostò la zampa per scovare quel insolente maleducato.
Ci rimase molto male scoprendo che sotto la zampa non c’era più nessuna formica.
E posseduto dalla rabbia cominciò a urlare e muoversi in una danza di guerra.
Quando si fermò, esausto e senza più voce, ad un primo momento si dimenticò il motivo di tanto rumore.
“Ah si! La formica!” ricordò e cominciò a cercare attentamente fra l’erba per  scovarne il cadavere.
“Ciao” lo saluto la formica sbucando da dietro un filo d’erba e salendo sulla criniera del leone.
A quel punto il re sentendosi preso in giro ricominciò a scomporsi in un ballo frenetico nel tentativo di liberarsi da quello stupido animaletto. Scuoteva la testa quasi volesse staccarla, e saltava girando su se stesso come un grosso gatto che gioca con un gomitolo.
Ormai mezza foresta lo aveva sentito e i più coraggiosi animali si avvicinarono, nascondendosi fra i cespugli, per spiare.
Saltando veloce tra gli alberi arrivò per primo il babbuino.
Strisciando fra l’erba arrivò il serpente.
Poi arrivò la rana a cavallo della zebra, attraversando così prudentemente la foresta sulle strisce pedonali.
Una nuova foglia apparve sul ramo della quercia,..no..un nuovo ramo spuntò dalla foglia,..no….è un foglia…o no?. Ma si!! È il camaleonte!
Su alti rami secchi gli avvoltoi se ne stavano immobili , in attesa, pazienti, con le loro gobbe come zaini pieni di segreti.
Tutti a giocare a nascondino, osservando con stupore  il loro re saltare, dimenarsi, ruggire, combattere con un avversario invisibile.
“E’ matto” sussurrò il gufo e quel sussurro echeggiò per tutta la foresta.
Il povero leone continuava ad agitarsi e nella sua mente la piccola formica divenne grande come un elefante.
Un elefante impalpabile, invisibile e la furia del re sembrava non avere  fine.
Cominciò a dar testate contro gli alberi, scambiandoli per la formica- elefante, cercando così di ammazzare il nemico che si era insediato nella sua criniera.
Dopo l’ ennesima testata il re cadde a terra, immobile.
La foresta intera ammutolì e tutto si fermò.
La coccinella ruppe quel pesante silenzio gridando: “Eccola!”
“Cosa hai detto?” chiese il grillo che aveva a mala pena sentito l’urlo della coccinella
“La formica?” ripeté allora ad alta voce stupefatto
“La formica!” gridò allora il cervo
“Non la vedo” si lamentò la giraffa e tutti gli animali ad osservare la formichina scendere dalla chioma del leone, tranquilla come di ritorno da una gita “Non preoccupatevi, si riprenderà presto” disse, e se andò coi suoi passetti veloci, come un trenino senza rotaie. Entrò nella galleria di un tronco e nessuno la rivide più.

Ma ancora oggi nella foresta si racconta la leggenda della formica che sconfisse il leone, perché non serve essere grandi e grossi per vincere, basta essere una formichina.

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