sabato 19 luglio 2014

La fiaba della buona notte

Wang Cheng scrittore di fiabe imperiale se ne stava seduto in riva al fiume.
Aveva ricevuto dall’imperatore l’ordine di scrivere una fiaba da raccontare a suo figlio per la buona notte.
Osservava lo scorrere dell’acqua con il quaderno aperto sulle ginocchia e la matita a mezz’aria come una canna da pesca, ma l’ispirazione quel giorno non abboccava.
Immobile come un masso sentiva l’aria  portare il fresco dalle cime dei monti, dove nuvole soavi e candide sfilavano lente come bianchi draghi in cammino verso le fiabe.
L’aria, pulita e pettinata dagli alberi, passava accarezzandogli la fantasia che emozionata si tuffò nel fiume.
L’acqua cantando la trascinò con sé e sulle note di quella lunga melodia arrivò in un mare di silenzio dove incantata dalla luce del sole accettò l’invito di salire in cielo.
Arrivata lassù iniziò a sfilare lentamente sopra le cime dei monti, come un bianco drago di ritorno dalle fiabe.
Wang Cheng ripiegò la pagina bianca del suo quaderno e chiusi gli occhi sorrise felice di trovarsi dentro ad una fiaba.
L’imperatore chiamò Wang Cheng che sedutosi al capezzale del figlio iniziò a raccontare:

“Il fiume trascina aquiloni di draghi nel cielo azzurro mare.
Il  sole invita le nuvole al ballo fra le cime dei monti e l’aria, vestita a festa, volteggia nel suo vestito nuovo.”

Il figlio dell’imperatore sorrise e chiusi gli occhi e si addormentò.