venerdì 28 aprile 2023

Alan Ridout CALIBAN & ARIEL for Solo Bassoon Michele Colombo Bassoon


Ariel, lieto spirito dell’elemento aria, si perde a ricorrere i calabroni e si distrae osservando le nuvole.

Caliban, figlio della lunare strega Sycorax e, si dice, del diavolo in persona, dopo aver catturato Ariel con una rete di farfalla lo ha convince ad entrare in società per governare l’isola sulla quale sono stati abbandonati da quello che una volta era il loro padrone Prospero.

Ariel governa il giorno alla luce del sole splendente e Caliban la notte alla luce della mutevole luna.

Questi sono i personaggi de “La tempesta” di Shakespeare che Alan Ridout, compositore ed insegnate britannico (1934-1996) allievo di Gordon Jacob alla Royal College of Music di Londra, hanno ispirato questa ricreazione musicale del 1974 per fagotto solo dal titolo appunto “Caliban e Ariel”. Fu eseguita per la prima volta a Canterbury da Laurence Perkins ancora studente.

 


venerdì 14 aprile 2023

Egon Wellesz SUITE op. 77 per fagotto solo Michele Colombo Bassoon


Il 21 ottobre 1898, alla Staatsoper di Vienna, Gustav Mahler dirigeva Der Freischütz di Carl Maria von Weber. Ad assistere al concerto vi era un ragazzino appassionato di musica, che per il suo tredicesimo compleanno aveva ricevuto dai genitori un biglietto per lo spettacolo.

Quando l’ultima nota dell’opera di Weber finì di risuonare nella sala il ragazzino, che si chiama Egon Wellesz, prese la decisione di diventare un compositore.

Continuò a studiare pianoforte con Carl Frühling, l’insegnate della madre che era appassionata di musica e pianista dilettante. All’età di 19 anni, nel 1905, iniziò a studiare armonia e contrappunto con Arnold Schönberg divenendo il suo allievi prediletto. Ancora oggi il suo libro del 1921 su Schönberg è fonte importante sul primo periodo del compositore austriaco.

Amico di Rilke e di Kokoschka che lo ritrasse in un dipinto nel 1911, Egon Wellesz si laureò in musicologia all’università di Vienna nel 1908. Nel 1913 venne eseguita per la prima volta in pubblico una sua composizione; il quartetto per archi n.1 op.4. Wellesz fu il primo allievo di Schönberg ad ottenere successo come compositore ricevendo un contratto con la Universal Edition prima di Berg o Webern. Nel 1929 divenne professore all’università di Vienna dove vi rimase fino a quando gli eventi dell’Anschluss (annessione dello Stato Federale d’Austria al Reich tedesco) del 13 marzo 1938 resero insicura la sua vita in Austria in quanto ebreo.

Si trasferì in Inghilterra dove nel 1940 fu recluso come alieno nemico nel campo d’internamento di Hutchinson a Douglas sull’isola di Man, noto come “il campo degli artisti” a causa della fiorente vita artistica e intellettuale dei suoi internati. Venne rilasciato dopo quattro mesi grazie all’intercessione di Ralph Vaughan Williams. Per quattro anni la vena compositrice rimase prosciugata da quell’esperienza. Solo nel 1944 ritornò a sgorgare con il quartetto per archi n.5. Wellesz è apprezzato anche come accademico ed insegnante e per i suoi ampi contributi allo studio della musica e dell’opera bizantina nel XVII secolo. Wellesz, nato a Vienna nel 1885, continuò a comporre fino a quando fu colpito da un ictus nel 1972. Morì a Oxford nel 1974.

La Suite per fagotto solo op.77 è del 1957. Per dare una giuda all’ascolto riporto ciò che Egon Wellesz ha scritto riguardo alla sua opera.

Al posto della melodia infinita, delle strutture dissolte e amorfe, il finito deve restituire forme chiare e ben delineate. L’opera del futuro deve legarsi alle tradizioni dell'opera barocca. Questa è la forma naturale, l'essenza più intima dell'opera.”


venerdì 7 aprile 2023

J.B de Boismortier II SONATA op.66 per due fagotti


L’aria sapeva di bosco. Michel Bodin camminava col passo spedito di chi, distratto, non si è accorto che il tempo non lo ha aspettato. Quando aprì la porta di casa il suo primogenito era già nato.
Un anima in più a Selles-sur-Nahon, un paesino nel cuore della Francia. Per commemorare quel giorno speciale incise sul suo ultimo mortaio di legno il nome del figlio e la data: Étienne 1652.
Forgiare mortai era il suo passatempo preferito tanto che in paese lo chiamavano col soprannome di “Boismortier”.
 Il piccolo Étienne trascorse la sua infanzia giocando ai cavalieri del re tra i boschi dei castelli della Loira. Un ramo ben affilato era la sua spada e il suo cavallo Pegaso era invisibile ai nemici.
Quando fu il momento di cavalcare verso il futuro, prese la strada verso Thionville per entrare nel reggimento del Soissonais. Cambiò la spada di legno con un moschetto e l’avventura spensierata in paura.