venerdì 26 maggio 2023

Virginio Bianchi STUDIO N.1 Michele Colombo Bassoon


Virginio Bianchi, nato a Genova il 15 luglio 1926, milanese di adozione, fu giovanissimo iniziato dal padre allo studio della musica. Continuò poi con Giovanni Pistolesi fino al quinto corso di clarinetto. A sedici anni si iscrisse alla scuola di fagotto presso il Conservatorio di Genova, diplomandosi col massimo dei voti, sotto la guida di Carlo Cippitelli. Dal 1958 è stato primo fagotto dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano che ha lasciato nel 1986, per dedicarsi completamente all’insegnamento, alla composizione e alla direzione di complessi di strumenti a fiato. Dal 1963 al 1994 è stato insegnante di fagotto presso la Scuola Civica di Musica di Milano. Particolarmente conosciuto per la pubblicazione dei “Dodici studi per fagotto” editi dalla G.Schimer di New York

venerdì 12 maggio 2023

Francisco Mignone VALSA IMPROVISADA Michele Colombo Bassoon


L’orchestra era già posizionata e i suoni riempivano la sala cinematografica, dove di lì a poco si sarebbe proiettato il nuovo cortometraggio appena arrivato dall’America:” Ramona” di Griffith. Siamo a San Paolo in Brasile nel 1910.

I suoni si dispersero nel silenzio e il direttore prese posto.

Era un ragazzo di tredici anni, figlio di un flautista italiano immigrato in Brasile nel 1896; il suo nome era Francisco Paulo Mignone, ma tutti lo chiamavano Chico Bororò.

Nato a San Paolo nel 1897, si era presto fatto notare per il suo talento musicale. Teneva concerti al pianoforte e dirigeva la sua orchestra per accompagnare la proiezione dei film che a quell’epoca erano muti.

Chico Bororò, con il suo cappellino e i pantaloncini corti, riuscirà a fare della sua vita un film sonoro, ricco di musica. Si diplomerà nel 1913 al Conservatorio di San Paolo e dopo aver vinto una borsa di studio si recherà in Italia.

Amilcare Ponchielli era morto da poco e a sostituirlo come insegnante di composizione al Conservatorio “G.Verdi” di Milano venne chiamato, da Parigi, Vincenzo Emidio Carmine Ferroni allievo di Massenet.

Tra i suoi allievi:  Gavazzeni, Vittadini, Pozzoli e il “Chico Bororò” Francisco Mignone, che nel 1920 otterrà un secondo diploma.

Ha inizio così la sua strepitosa carriera, che lo porterà a vincere prestigiosi premi, a dirigere i Berliner Philarmoniker, sino ad essere considerato uno dei più significativi compositori brasiliani dopo Hector Villa-Lobos.

Nel 1979 il professor Irany Leme organizza una serie di sei concerti sul tema del valzer. Poiché il valzer sembrava non ballare nel repertorio per fagotto solo, Leme chiese a Mignone di porre fine a quella mancanza. Francisco Mignone, che aveva già composto per il suo amico Noël Devos  una sonata, una sonatina , un concertino, un concerto, due duetti, un trio e alcuni quartetti per fagotto, non perse l’occasione di comporre nel 1981, in pochi mesi, sedici valzer.

Quello che vi propongo è la “ Valsa improvisada” un brano che parte dal registro grave per poi raggiungere la tessitura tenorile, dove il canto si spiega in un valzer nostalgico per poi ritornare da dove era partito, nel timbro scuro e profondo del fagotto.


giovedì 4 maggio 2023

J.B. de Boismortier III SONATA op. 66 per due fagotti


L’aria sapeva di bosco. Michel Bodin camminava col passo spedito di chi, distratto, non si è accorto che il tempo non lo ha aspettato. Quando aprì la porta di casa il suo primogenito era già nato.

Un anima in più a Selles-sur-Nahon, un paesino nel cuore della Francia. Per commemorare quel giorno speciale incise sul suo ultimo mortaio di legno il nome del figlio e la data: Étienne 1652.

Forgiare mortai era il suo passatempo preferito tanto che in paese lo chiamavano col soprannome di “Boismortier”.

Il piccolo Étienne trascorse la sua infanzia giocando ai cavalieri del re tra i boschi dei castelli della Loira.

 Un ramo ben affilato era la sua spada e il suo cavallo Pegaso era invisibile ai nemici.

Quando fu il momento di cavalcare verso il futuro, prese la strada verso Thionville per entrare nel reggimento del Soissonais. Cambiò la spada di legno con un moschetto e l’avventura spensierata in paura.

Tra un’esercitazione  e l’altra Étienne adocchiò una ragazza che lavava i panni nella Mosella.

La tenne d’occhio e notò che tutti i venerdì mattina arrivava con la sua cesta dal vicino paese di Yutz.

Con stratagemmi degni di un generale di corpo d’armata riuscì ad assediarla.

La giovane Lucie Gravet di tredici anni più giovane, con la sua grazia tolse ogni macchia di dubbio e ridusse  il militare in un candido panno bianco.