martedì 8 settembre 2020

Willson Osborne RHAPSODY for bassoon Michele Colombo Bassoon



Al compositore americano Willson Osborne (1906-1979) venne
commissionato un brano per fagotto solo da eseguire, come pezzo
imposto, al concorso internazionale “Fernand Gillet” del 1952.
Una delle radio più
antiche della città di New York, la WNYC, nel periodo tra il
compleanno di Lincoln e quello di Washington, pensò di mandare in
onda alcune composizioni di musica americana contemporanea, tra cui
il brano per fagotto che Willson aveva composto per il concorso F.
Gillet.
Il buon Willson,
compositore scrupoloso, allievo di Hindemith, si rivolse a Sol
Schoenbach, primo fagotto della Philadelphia Orchestra, per
registrare il brano da mandare alla radio.
In un tardo
pomeriggio, mentre i colori dell’autunno si adagiavano come foglie
secche sulla tela dell’Aviator Park, si ritrovarono nel
seminterrato di Eney, contrabbassista della Philadelphia Orchestra
che si era offerto di registrare il pezzo.
Sembrava di stare
dentro alla cabina di una nave. Umida, disordinata e con un
registratore di ultima generazione illuminato come una plancia di
comando.
Nel quartiere, ogni
volta che che Eney metteva in moto il registratore, la luce si
abbassava, rubata dall’energia che quella partenza richiedeva.
I poveri ignari
abitanti del quartiere attribuirono alla loro vista quel calo di luce
e col tempo si procurarono ciascuno un paio di occhiali.
Willson, uomo
riservato e silenzioso, si mise in un angolo con la mappa aperta
sulle ginocchia per indicare la rotta di quel viaggio che li avrebbe
portati sulle onde dell’etere.
Via via che la riva
si allontanava, Willson diventava sempre meno taciturno, costringendo
il fagottista a ripetere i passaggi che non collimavano con le
indicazioni riportate sulla cartina del suo tesoro. Dopo un lavoro
lungo ed estenuante, mentre suonava la mezzanotte, finalmente
approdarono sul mi bemolle basso che concludeva il brano.
Si concessero un
brindisi e mentre versavano il vino, felici di aver scritto un pezzo
di storia della musica per fagotto, Eney cancellò inavvertitamente
l’intero nastro della registrazione!
Si ritrovarono così
costretti a salpare di nuovo, verso la meta che avevano avuto per un
attimo l’illusione di aver raggiunto.
Fu una notte buia,
illuminata dalla fioca luce che i lampioni riuscirono a non farsi
rubare dal registratore, lampioni che allineati segnarono la pista di
decollo per quello che divenne il brano più eseguito di Willson
Osborne, la sua Rapshody per fagotto solo.
(liberamente tratto dalla testimonianza di Sol Schoenbach)