venerdì 5 giugno 2020

ANNA

Partita da casa dopo la merenda con pane burro e zucchero, Anna, sulla sua bicicletta rossa, con il portapacchi senza bagagli né paura, prende la strada che esce dal paese.
Scaricando la sua catena d’entusiasmo sui pedali, rincorre la libertà che ha visto passare dalla finestra della sua camera. Sfreccia a testa bassa, col vestitino nero delle grandi occasioni, lungo le case dei suoi compagni che, imbambolati davanti alla televisione, non si accorgono di nulla.
Anna taglia il vento che gli pizzica le guance e la spinge a pedalare, dandole la certezza di essere dentro al mondo, fuori dai sogni.
Il cuore ruota a cento all’ora sulla bicicletta che ogni tanto gira a vuoto sospesa sulle rotelle.
Qualche cane abbaia, incitandola a proseguire e il campanile suona il tempo che passa.
Se ne va lungo la discesa della felicità, finché un tuono batte il gong dell’ultimo giro di pedali.
Anna si ferma.
La pioggia arriva.
Una pioggia festosa l’abbraccia inzuppandole il cuore.
Anna allarga le braccia, perché quella gioia la vuole prendere tutta.
Se l’è meritata, come il campione che per primo ha superato il traguardo e, ad occhi chiusi, sorride alla libertà mentre vola fra le nuvole.


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