mercoledì 1 luglio 2020

IL BISONTE


Le porcellane, ordinate nella cristalleria, addobbano il pomeriggio con la loro elegante fragilità. Aspettano imbambolate il tè delle cinque.
Sorsi di bollenti pettegolezzi. Silenzi interrotti dal tocco pulito dei cucchiaini abbandonati lungo il ciglio dei piattini.
Zollette di moine sciolte in discorsi annacquati.
Protette dalla loro delicata consistenza col vetro della falsità, disegnano fantasie fiorite, riempiendo di vuoto le tazze decorate.
Un leggero fremito improvvisamente rompe l’incanto e il servizio da tè inizia a trillare. Campanelli d’allarme, fra le pile dei piattini, segnalano il pericolo.
Aumenta il tremore, accompagnato da un tuono lontano.
Rimbomba il suono secco degli zoccoli della fatalità.
Cadono le tazze, rovesciando litri di chiacchiere sul tappeto del nulla.
Il bisonte dell’impermanenza irrompe nel soggiorno mandando in frantumi la cristalleria. Fra il polverone di quel disastro, nel silenzio di cocci rotti, s’intravede lo sguardo mite dell’animale che guarda oltre.
Guidato dall’istinto proseguirà, sino alla prossima fermata, sulla pista verso casa.



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