venerdì 29 aprile 2022

Charles Koechlin DUE MONODIE op.213 per fagotto solo Michele Colombo Bas...

Spirito enciclopedico, tutti gli stili gli sono famigliari, pratica con uguale disinvoltura tutti i sistemi di scrittura. Alpinista, nuotatore, tennista, fotografo affermato, astronomo dilettante, scrittore.
Charles Koechlin, compositore francese nato a Parigi nel 1867, sembra abitare in un mondo fantastico, sarà per questo che era un grande appassionato del “Libro della giungla” di Kipling, al quale dedicherà un ciclo delle sue composizioni.
Panteista, fu un grande mistico della natura.
Insegnate fra gli altri di Poulenc, amico di Satie, Cocteau, girava il mondo con la sua barba fluente, ottenendo, senza cercarla, la stima del mondo musicale.
Allievo di Faurè, ne scriverà una biografia, oltre che ad orchestrarne il suo “Pelléase et Mélisande”.
Arrivato all’opera 213, nel 1942, decise di dedicarla ai soli strumenti a fiato e compose dodici monodie. La settima e l’ottava, scritte il 15 e il 13 aprile del 1947, sono per fagotto solo.
Due brani puri, tracciati con delicatezza. Brevi schizzi che evitano di ricalcare immagini, disegnando il contorno astratto delle emozioni.
Morirà l’ultimo giorno del 1950 all’età di 83 anni, nella sua casa di campagna a Le Canadel.


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