venerdì 7 luglio 2023

J.B. de Boismortier V SONATA op.66 for two Bassoons


L’aria sapeva di bosco. Michel Bodin camminava col passo spedito di chi, distratto, non si è accorto che il tempo non lo ha aspettato. Quando aprì la porta di casa il suo primogenito era già nato.

Un anima in più a Selles-sur-Nahon, un paesino nel cuore della Francia. Per commemorare quel giorno speciale incise sul suo ultimo mortaio di legno il nome del figlio e la data: Étienne 1652.

Forgiare mortai era il suo passatempo preferito tanto che in paese lo chiamavano col soprannome di “Boismortier”.

Il piccolo Étienne trascorse la sua infanzia giocando ai cavalieri del re tra i boschi dei castelli della Loira.

 Un ramo ben affilato era la sua spada e il suo cavallo Pegaso era invisibile ai nemici.

Quando fu il momento di cavalcare verso il futuro, prese la strada verso Thionville per entrare nel reggimento del Soissonais. Cambiò la spada di legno con un moschetto e l’avventura spensierata in paura.

Tra un’esercitazione  e l’altra Étienne adocchiò una ragazza che lavava i panni nella Mosella.

La tenne d’occhio e notò che tutti i venerdì mattina arrivava con la sua cesta dal vicino paese di Yutz.

Con stratagemmi degni di un generale di corpo d’armata riuscì ad assediarla.

La giovane Lucie Gravet di tredici anni più giovane, con la sua grazia tolse ogni macchia di dubbio e ridusse  il militare in un candido panno bianco.

 

Ottenuto l’esonero dagli obblighi militari Étienne si sposa con Lucie Gravet il 7 aprile del 1687.

Uscendo dalla cattedrale di Metz i fedeli erano soliti fermarsi a comprare dolci nella nuova confetteria Bodin di lunga tradizione, che quell’anno aveva aperto un nuovo negozio gestito dal giovane Étienne e dalla sua gentile moglie. Mancavano due giorni a Natale e Thionville era sommersa dalla glassa di zucchero con cui si ricoprono i confetti; così si immaginava la piccola Marie, che dalla finestra osservava i tetti delle case bianchi di neve.

Era venerdì e un vagito frantumò il silenzio. Marie ora aveva un fratellino. Lo chiamarono Joseph e la sorellina lo trovò dolce come un confetto.

 

Joseph ha scorazzato per le vie di Thionville sino a undici anni, sufficienti per dimostrare le sue doti musicali. Trasferitasi a Metz, la famiglia Boismortier si preoccupò di dare a Joseph un insegnate di prestigio, ma non trovarono nessuno adatto a quel ruolo sino al 1702.

Era il 13 novembre e in occasione del matrimonio nell’abazia di Saint Gorgon di Simon Gravé venne eseguito, nonostante il parere contrario di Jacques Mazurier, maestro di musica della città di Metz, il mottetto “Parce mihi Domine” di Joseph di Montigny, venuto in Lorena al seguito del visconte di Andrezel consigliere del Gran Delfino e dal 1701 subdelegato all'Intendenza d'Alsazia. Nel coro cantava anche il nostro giovane Bodin de Boismortier.

Fu così che Joseph Velette di Montigny divenne il maestro di musica di Joseph.

 

 


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