venerdì 14 dicembre 2012


BOTTO DI FAGOTTO


Per Artamhir, il drago a due teste, il problema era sempre quello: con quale testa ragionare.
Gli capitava di passare ore prima di riuscire a spiccare il volo, perché le sue teste non riuscivano a mettersi d’accordo su dove andare. Era uno zuccone e nessuna delle sue teste voleva cedere, così era più il tempo che pensava a cosa fare che quello che passava a fare cose.

Abitava in due nidi diversi per accontentare tutte e due le teste, uno era nella scogliera e l’altro tra le cime innevate. Insomma il povero Artamihr non era quello che si dice un drago sereno.
Un giorno se ne stava immobile con una testa ad osservare il tramonto e l’altra a guardare dall’altra parte, dove la luna già faceva innamorare, quando un suono lo catturò.
Era una suono nuovo, che mai aveva udito, era dolce come una carezza e penetrante come un pugno, era forte ma docile. Le sue teste si girarono all’unisono verso quel suono che con la sua duplicità le incantava entrambe. Una testa ne coglieva la gaiezza, l’altra la tristezza e Artamihr si ritrovò per la prima volta con le sue teste catturate dalla stessa cosa.
Quel suono intanto si ripeteva, modulando impercettibilmente e ipnotizzandolo lentamente.
Cominciò a muoversi piano, con calma si alzò dal suo nido e senza accorgersi spiccò il volo guidato da quell’irresistibile suono e seguendone le vibrazioni atterrò sulla spiaggia, dove ad attenderlo v’era Lancillotto che suonava il suo fagotto.
La melodia continuava ad incantare Artamihr. Immobile lasciava che quella musica lo avvolgesse e si ritrovò presto dentro ad una sfera vibrante.
Fu allora che Lancillotto riuscì ad armonizzare le due teste del drago, che al risveglio da quell’incantesimo si ritrovarono d’accordo nel riconoscerlo come unico padrone.
Passarono comunque mesi prima che Lancillotto, a furia di suonare melodie con il suo fagotto, riuscisse a convincere il drago a portarlo a spasso fra le nuvole.
Divennero infine inseparabili amici.
Un giorno Artamihr chiese di poter provare a suonare il fagotto che tanto lo faceva impazzire.
“Il problema è il fiato” spiegò Lancillotto al suo nuovo allievo “devi imparare a soffiare senza sputare fuoco”
“Bel problema” rispose il drago
“Ma vediamo cosa si può fare” disse speranzoso Lancillotto.

Tre giorni dopo consegnò ad Artamihr il metodo sul quale avrebbe cercato di insegnargli a suonare il fagotto dal titolo: FIATO PESANTE, rutti e gargarismi per draghi aspiranti fagottisti. Metodo che il drago lesse e bruciò in un fiato.

Era l’ultimo giorno dell’anno quando Artamihr volò sulla superficie del mare e spalancata la bocca bevve litri e litri d’acqua, al punto da non riuscire quasi più a mantenersi in volo.
“Ho le caldaie piene d’acqua, presto!” gridò a Lancillotto appena lo ebbe raggiunto.
Lancillotto allora gli porse il fagotto ed Artamihr emise il suo primo suono.
Fu una specie di rutto da temporale, lungo e profondo che sollevò le onde e abbatté uno stormo di cormorani. Il silenzio che seguì puzzava di bruciato, le ance del fagotto avevano iniziato a carbonizzarsi.
Lancillotto sorrise e da allora, ogni 31 dicembre a mezzanotte, se state in silenzio, potete sentire un temporale lontano della durata di un rutto; è Artamihr, il drago a due teste, che suona il suo fagotto come un botto, bruciando le ance.



Ancia di Artamihr



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