lunedì 20 aprile 2020

L' AQUILA

C’era una volta, non lontano da qui, una grande aquila dall’aspetto regale e il tono minaccioso. Percorreva, camminando, chilometri e chilometri di sentieri fra le montagne ai confini con le nuvole, alla ricerca della felicità.
Passava le giornate scrutando attentamente tutto ciò che la circondava e ad ogni movimento sospetto puntava il suo becco verso l’obbiettivo, pronta a scoccare la freccia del desiderio.
Ogni tanto scovava la felicità nascosta dentro ai cespugli di rose e per riuscire a prenderne solo un leggero petalo, doveva pagare col dolore di cento spine.
La inseguiva da sempre, a volte lentamente per cercare di sorprenderla mentre dormiva addormentata sui prati fioriti, a volte correndo, quando gli sembrava di sentirla volare via con il vento. Ci fu un periodo in cui fu convinta di averla trovata.
La portava in giro tenendola per mano, chiamandola “amore mio”.
La nutriva di mille baci e mille carezze, finché ingrassò così tanto da non riuscire più riconoscerla e la lasciò scoppiare in una bolla di sofferenza.
A mani vuote la nostra aquila riprese il suo cammino a testa bassa, ormai convinta che la felicità fosse una fantasia dei bambini. Cominciò a bere litri e litri di dolore e stordita cantava a squarciagola la nostalgia di una felicità andata in fumo.
Bruciato tutto il dispiacere ripartì alla ricerca, camminando fra i sentieri delle montagne ai confini del cielo.
Più volte si era illusa di averla trovata e si addormentava beata con il biglietto per entrare in sogni da “Oscar”, seduta in prima fila. Ma quando si riaccendevano le luci nella sala della mente, la felicità era sparita dentro allo schermo grigio della sua vita, lasciandola sola. Poi un giorno, di ritorno da una seduta spiritica; perché hai visto mai che forse la felicità si è rinchiusa dentro ad una sfera di cristallo, s'imbatté in una vecchia tartaruga.
Povera” pensò “Con quel passo la felicità non la raggiungerà mai”.
Dove vai così di fretta?” le chiese la tartaruga.
Incontro alla felicità” rispose l’aquila.
E dove ti aspetta? Sei forse in ritardo?”.
L’aquila si bloccò, presa in trappola da quelle domande. Tutti i suoi pensieri caddero a terra uno dopo l’altro in un sordo frastuono, sbilanciati da quel quesito.
Non saprei” rispose infine.
La tartaruga la guardò con i suoi occhi profondi come il cielo e piena di compassione le disse “ Puoi camminare per tutta la vita, ma non troverai mai la felicità fin quando non ti accorgerai di avere le ali. Avvicinati al dirupo al colmo del monte, trova il coraggio di lasciarti andare e le tue ali si apriranno”.
L’aquila allora, abbandonati i pensieri a terra, si avvicinò al precipizio.
Il cuore iniziò a correre cercando di scappare da quella paura, ma una folata di vento le allungò la mano, lei l’afferrò e si lasciò cadere.
Due possenti ali si aprirono in un sorriso e finalmente, senza sforzo, sospesa nel nulla, sentì la felicità che la trasportava nel vento.
Sorvolò pianure e montagne, attraversò nuvole a forma di tartaruga e volò per lungo tempo, sino a sparire nel vuoto di un cielo pieno d’Amore.



1 commento:

  1. grazie mille bellissima per farsi forza e affrontare questo uggioso inizio settimana ciao Francesca

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