sabato 18 aprile 2020

ENRICHETTO


C’era una volta un serpente verde come l’erba a primavera, lucido come un prato appena lavato e lungo come una buia galleria. Si aggirava per il bosco, lento e silenzioso, zigzagava sugli alberi come un sentiero di montagna e, avvinghiato ai rami come l’edera, aspettava immobile la sua preda. Il suo cibo preferito erano le tenere, piccole raganelle, che consumava come snack al baretto dello stagno; in solitudine, tra un bicchiere di veleno e l’altro.
Le raganelle, stufe di saltare nella bocca del serpente, decisero di fare baracca e burattini e cambiare zona. La notte prima della partenza si ritrovarono sulla tribuna di sassi a salutare la luna, che come un fiore di loto galleggiava nello stagno.
I girini, ancora svegli per l’occasione, scorrazzavano eccitati e illuminati dalla luna parevano sciami di stelle.
Siamo tante! Una carovana lenta, carica di paura” gracidò il vecchio rospo “ Non sarà difficile per il serpente raggiungerci e, invitato a nozze, iniziare a banchettare”.
A questo punto salta fuori Enrichetto, una raganella colorata scattante come una molla.
Ci penso io al serpente. Voi andate tranquilli”.
Lo guardarono increduli “Ma come fa un esserino come te a tenere a bada il serpente?”.
Andate tranquilli, ci pensa Enrichetto” e con un salto si tuffò dentro la luna.
La mattina dopo la comitiva delle raganelle s’incamminò con i primi cinguettii.
Per quanto si sforzassero di non far rumore, lo strofinio della pesante paura che trascinavano con loro arrivò alle fini orecchie del serpente che, spalancati gli occhi come fari, accese il motore e partì. Stava raggiungendo lo stagno dove le ultime raganelle si accodavano alla colonna, quando, rimbalzando veloce come un sasso lanciato a pelo d’acqua, Enrichetto gli saltò addosso.
Colto di sorpresa il serpente si fermò, sentendo di avere un ospite sgradito dietro la testa. Si voltò cercando di scacciarlo, ma per quanti sforzi facesse non riusciva a raggiungerlo con la sua lingua biforcuta. Il valoroso Enrichetto lo dominava come un guerriero munito solo di coraggio. Il serpente girava su se stesso senza riuscire a disarcionare il nemico e gira e rigira perse di vista le raganelle che sparirono per sempre dalla sua bocca.
Ma come hai fatto?” chiesero a Enrichetto quando raggiunse le compagne.
Semplice, anziché scappare dalla paura basta saltarle in groppa, confonderla e disarmarla” e con un balzo volò via. Larga è la foglia, stretta è la via, dite la vostra che io ho detto la mia.










5 commenti:

  1. BELLISSIMA LA STORIA!!!!!!!!!!!
    INSEGNA A NON AVER PAURA E L'IMMAGINE È SENZA DUBBIO STREPITOSA E MOLTO ESPRESSIVA :-)
    NINA.

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  2. Grazie Michele, molto bella e divertente la storia delle rane e del serpente! 😁🐍🐸
    Valentina

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  3. Storia assolutamente attuale
    Un abbraccio Cri

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